Andrea Furcht

Intervento al forum "La bomba demografica"



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Ho visto sulla home page di www.radicalparty.org il link a questo forum, e l'argomento mi interessa molto: anche perché, lo confesso, collaboro a corsi universitari di demografia..

 

Premetto di essere laico, ma non iscritto al partito radicale – del quale però condivido molte posizioni (in particolare molte di quelle di De Marchi): spero sia comunque possibile un mio contributo alla discussione.

 

Non nascondo alcune perplessità sul vostro documento. Cominciamo anzi proprio da queste:

 

Detto questo, condivido molto dello spirito della vostra posizione: la progressione della popolazione mondiale, se vista su un semplice grafico cartesiano, è francamente impressionante. Per quanto il catastrofismo ambientale possa essere esagerato, un simile aumento non può che produrre gravi contraccolpi:

  1. esiste anche un problema di rapidità di incremento – chiamiamola  sovrappopolazione dinamica – oltre alla classica soglia di sostenibilità "statica" (quanti abitanti può mantenere la Terra?);
  2. trasformazioni demografiche così repentine pongono anche problemi di equilibrio geopolitico: non tanto sul piano strettamente militare, per il quale conta più la tecnologia del numero; quanto su altri piani, tra i quali quello delle migrazioni internazionali (correlate alla situazione demografica, sebbene non così strettamente quanto si creda);
  3. oltretutto, le popolazioni che crescono rapidamente tendono anche a ringiovanire (come collettivo, ovviamente! la "marcia indietro" biologica per gli individui non l'hanno ancora inventata): è stato ipotizzato che questa sia una condizione che favorisce l'esplodere della violenza nelle collettività, per ragioni quasi biologiche  (senza contare l'alto livello di disoccupazione che una simile struttura per età comporta);
  4. soprattutto, da un punto di vista utilitaristico (ovviamente mi riferisco alla tradizione filosofica post-illuminista che prescrive di massimizzare la felicità collettiva, e non all'accezione volgare del genere "avveleno la nonna per ereditare") non c'È motivo di sovraccaricare la Terra di abitanti quando, fossimo in meno, si potrebbe probabilmente vivere meglio. Attenzione però! anche diminuire non è semplice, perché una brusca caduta della fecondità comporta un marcato invecchiamento (sempre collettivo), con tutti gli inconvenienti che questo può comportare. è un po' come cercare la temperatura giusta in certe docce: si rischiano alternativamente ustioni e congelamenti, perché le correzioni di rotta rischiano di essere troppo brusche.

 

In quanto ai demografi, ribadisco sia bene astenersi da plateali svillaneggiamenti. è però vero che c'È poca attenzione per alcuni temi, a volte temo motivata da un eccesso di pruderie politicamente corretta (che suggerisce tra l'altro un certo atteggiamento terzomondista), altre magari anche da una legittima – ma da me non condivisa – contiguità con le posizioni religiose in materia. Certo fa riflettere che chiunque ritenga non solo legittimo (e lo è), ma anche ovvio (e lo è meno) criticare il presidente Bush, votato da milioni di elettori, per poi tremare di fronte all'idea di obiettare qualcosa di fronte alle asserzioni vaticane, su questo e altri temi. Non mi riferisco ai demografi in particolare, ma a buona parte dell'ambiente accademico e culturale.

 

Vi sono anche motivi più concreti  per i quali l'allarme "sovrappopolazione" è stato sottovalutato, cui ho in parte già accennato:

  1. il fatto che la catastrofe ambientale incombe ma non deflagra inequivocabilmente (vedi ancora Lomborg);
  2. l'invecchiamento nei paesi sviluppati, che è un problema di segno opposto (chi proprio odia i demografi, è libero di ritenere che comunque abbiano bisogno di un qualche allarme per pubblicizzarsi);
  3. la diminuzione nel ritmo dell'aumento, che ad ogni modo persiste;
  4. in alcuni casi, la difficoltà a trarre le logiche conclusioni dal fatto che l'esplosione demografica del Terzo mondo si debba al calo della mortalità  (benemeritamente) indotto in buona parte dal contatto con la medicina occidentale. Non ha senso attenersi a superstizioni politicamente corrette quali quella che impone di non "contaminare" le culture "altre" con il nostro modello di sviluppo "opulento" (questo lo sostengono coloro che di solito poi si entusiasmano per le "contaminazioni" nelle società sviluppate): oramai le società tradizionali sono state destrutturate in molti aspetti, a cominciare dai rapporti anzitutto quantitativi tra le generazioni stravolti dal calo della mortalità infantile non sufficientemente controbilanciato da una rapida caduta della fecondità;
  5. similmente, è difficile per alcuni prendere atto del fatto che se ci si augura una popolazione in grande crescita occorre come minimo essere sostenitori entusiasti dell'innovazione tecnologica; altrimenti la "sostenibilità" va comunque a farsi friggere;
  6. mettere l'accento sulla sovrappopolazione rischia di mettere in ombra il dogma insensato della colpa dei paesi ricchi in un presunto impoverimento del Terzo mondo (espressione tra l'altro troppo generica).

 

Spero qualche elemento possa essere utile per il vostro dibattito, che continuerò a seguire. Aggiungo una pagina con qualche risorsa web di demografia, che avevo preparato per una conferenza, spero possa essere utile: www.furcht.it/lezioni/links.html.

 

Buon lavoro

Andrea Furcht

www.furcht.it/andrea



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